Mercato globale del grano: chi vince e chi perde

Il grano è molto più di un alimento: è una leva geopolitica, una voce economica strategica e una misura del benessere globale. Ogni anno, circa 780 milioni di tonnellate di grano vengono prodotte nel mondo (FAO, 2024), ma la distribuzione delle risorse, delle rese e dei profitti è tutt’altro che equa. Alcuni Paesi dominano il mercato, altri ne sono dipendenti, e in mezzo c’è una rete di interessi che intreccia agricoltura, logistica, finanza e diplomazia.

I grandi vincitori: chi controlla la produzione e l’export

A livello mondiale, Cina, India, Russia, Stati Uniti e Francia sono i principali produttori di grano. Tuttavia, solo una parte di esso entra effettivamente nel commercio internazionale: Russia, Stati Uniti, Canada, Francia e Australia rappresentano insieme oltre il 70% dell’export mondiale.
Negli ultimi anni, la Russia si è imposta come primo esportatore globale, superando anche gli Stati Uniti. Questo successo deriva dall’espansione delle superfici coltivate, dal miglioramento genetico delle varietà e da politiche di sussidio mirate, ma anche dal fatto che il rublo debole e i bassi costi di produzione rendono il suo grano competitivo sui mercati africani e mediorientali.

I grandi perdenti: chi dipende dal grano altrui

Sul lato opposto ci sono i Paesi importatori netti, spesso vulnerabili da un punto di vista economico o climatico. Tra i più dipendenti figurano Egitto, Algeria, Indonesia, Bangladesh e Turchia. L’Egitto, in particolare, importa ogni anno circa 12 milioni di tonnellate di grano, soprattutto da Russia e Ucraina (FAOSTAT, 2024).
Questa dipendenza può diventare un’arma di pressione politica: quando la guerra in Ucraina ha interrotto i flussi del Mar Nero nel 2022, i prezzi globali sono schizzati del 40% in poche settimane, mettendo a rischio la sicurezza alimentare di milioni di persone.

Prezzi e volatilità: il potere delle borse

Il prezzo del grano non si decide più solo nei campi ma anche nei mercati finanziari. Le borse di Chicago (CBOT) e Parigi (Euronext) sono oggi i principali riferimenti globali. Qui gli operatori comprano e vendono futures e options, strumenti finanziari che permettono di scommettere sui prezzi futuri del grano.
Questo sistema consente agli agricoltori e alle industrie di coprirsi dai rischi, ma amplifica la volatilità: notizie su conflitti, siccità o politiche commerciali possono far impennare i prezzi nel giro di poche ore. La FAO e l’OCSE stimano che la volatilità dei prezzi del grano sia aumentata del 30% negli ultimi 15 anni, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici e delle tensioni geopolitiche.

Il ruolo dell’Europa e dell’Italia

L’Unione Europea, nel complesso, è il secondo esportatore mondiale di grano tenero dopo la Russia. Tuttavia, le dinamiche interne sono complesse: il Nord Europa esporta, il Sud importa. L’Italia, ad esempio, è autosufficiente solo al 35% nel grano tenero e al 65% nel duro, quello usato per la pasta.
Questo significa che la sovranità alimentare — un tema sempre più discusso — non coincide con l’autosufficienza, ma con la capacità di garantire approvvigionamenti stabili e sostenibili. L’Italia ha scelto di puntare sulla qualità e sul valore aggiunto (pasta, prodotti DOP e IGP), più che sulla quantità.

Il futuro del mercato globale

Il futuro del grano sarà scritto all’incrocio tra tecnologia, clima e politica. L’agricoltura di precisione, i nuovi ibridi resistenti alla siccità e la blockchain per la tracciabilità promettono maggiore efficienza e trasparenza. Ma rimane una domanda aperta: chi potrà permettersi queste innovazioni?
Se i piccoli produttori restano esclusi, il divario tra chi vince e chi perde nel mercato del grano continuerà ad allargarsi. Come scrive la FAO nel suo ultimo The State of Agricultural Commodity Markets (2024), “l’equità nella catena del valore è la nuova frontiera della sicurezza alimentare globale”.

Fonti:

  • FAO (2024). The State of Agricultural Commodity Markets (SOCO 2024).
  • OECD-FAO (2024). Agricultural Outlook 2024–2033.
  • USDA Foreign Agricultural Service (2024). Grain: World Markets and Trade Report.
  • World Bank (2024). Commodity Markets Outlook.
  • International Grains Council (IGC, 2024). Grain Market Report.
  • European Commission (2024). EU Agricultural Outlook for Markets and Income 2023–2035.
  • Centro Studi Confagricoltura (2023). Rapporto cereali italiani e mercato globale.
  • ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (2023). Food Security and the War in Ukraine. FAO & WFP (2023).
  • Hunger Hotspots Report. UNCTAD (2024).Trade and Development Report.