All’interno del progetto EcoWheataly, il gruppo di ricerca dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, comprendente Piera Cascioli e Gianfranco Giulioni, ha sviluppato un approccio innovativo per studiare la produzione di grano: un modello che combina analisi LCA (Life Cycle Assessment) ed economia comportamentale.
Dal profitto alla sensibilità ambientale
Nei modelli economici tradizionali, l’agricoltore è descritto come un soggetto perfettamente razionale, interessato unicamente a massimizzare il proprio profitto. Ma nella realtà le cose sono più complesse: le decisioni in campo agricolo dipendono anche da valori personali, percezione del rischio e attenzione all’ambiente.
Per questo il team ha introdotto nel modello un parametro innovativo, Θ (Theta), che misura quanta importanza un agricoltore attribuisce all’impatto ambientale rispetto al guadagno economico.
In altre parole, Θ rappresenta la “coscienza ecologica” dell’agricoltore:
- se Θ = 0, l’agricoltore ignora completamente l’ambiente e punta solo al profitto;
- se Θ > 0, è disposto a rinunciare a parte del guadagno pur di ridurre gli impatti ambientali della produzione.
Il cuore del modello: unire LCA ed economia comportamentale
L’approccio sviluppato da Cascioli e Giulioni parte dall’analisi del fertilizzante azotato, uno dei principali input del grano.
La ricerca mostra come all’aumentare dell’azoto crescano sia il profitto sia l’impatto ambientale (misurato in DALY, un indicatore che quantifica il danno sulla salute umana).
La relazione tra questi due aspetti genera una curva di frontiera efficiente, cioè l’insieme delle combinazioni possibili tra rendimento e sostenibilità.
Il modello di utilità proposto è:
U(x) = π(x) − Θ ⋅ DALY(x)
Questo significa che l’agricoltore non massimizza più solo il reddito π(x), ma una funzione di utilità che tiene conto anche dei danni ambientali.
Aumentare Θ sposta la scelta ottimale verso una riduzione dell’uso di azoto (N*), accettando un profitto minore ma un impatto ambientale più contenuto.
Diversi agricoltori, diverse decisioni
Uno degli aspetti più interessanti del modello è la sua capacità di personalizzare il comportamento agricolo.
Il parametro Θ viene infatti calcolato come funzione delle caratteristiche dell’agricoltore:
- età (i giovani risultano più aperti all’innovazione sostenibile),
- genere (le donne mostrano maggiore attenzione a salute e ambiente, come evidenziato da Fanelli 2022),
- dimensione aziendale (le aziende più grandi dispongono di più risorse per adottare pratiche sostenibili).
Ne consegue che non esiste un comportamento ottimale universale: ogni profilo socioeconomico risponde diversamente alle politiche ambientali.
Implicazioni per le politiche agricole
Il modello sviluppato fornisce una chiave interpretativa preziosa per la PAC e le politiche green europee.
Le politiche ambientali, infatti, funzionano solo se vengono accettate e adottate dagli agricoltori.
Il parametro Θ permette di capire perché alcuni soggetti aderiscono facilmente alle misure ecologiche, mentre altri le percepiscono come un ostacolo.
Da questa prospettiva emergono tre linee di azione:
- Sostenere chi ha già alta sensibilità ambientale (Θ alto) — giovani e donne possono essere “apripista” nella diffusione delle pratiche sostenibili.
- Personalizzare gli incentivi — per chi ha Θ basso servono strumenti diversi: incentivi economici diretti, formazione, consulenza tecnica.
- Evitare politiche “uguali per tutti” — perché il comportamento agricolo è vario quanto la biodiversità dei campi.
Verso un modello più completo
Il gruppo di ricerca sta ora ampliando il modello, includendo:
- nuovi input produttivi (diserbanti, insetticidi oltre al fertilizzante azotato),
- più indicatori ambientali, per misurare anche gli impatti su ecosistemi e risorse idriche.
L’obiettivo è arrivare a uno strumento di simulazione flessibile, utile per valutare scenari di policy complessi che tengano insieme economia, salute e ambiente.
Un cambio di prospettiva
Come spiega Piera Cascioli, “la vera innovazione non è solo misurare gli impatti ambientali della produzione, ma capire il processo decisionale che li genera”.
Un concetto semplice ma rivoluzionario: la sostenibilità nasce prima nella mente di chi coltiva, e solo dopo nei campi.
Fonti:
– Cascioli, P., Giulioni, G. – Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Dipartimento DiSEGS
– Serebrennikov et al. (2020), Domagała (2021), Fanelli (2022), Liebert et al. (2022)
– EcoWheataly – Meeting Roma 2025
– MUR PRIN 2022 “Evaluation of Policies for Enhancing Sustainable Wheat Production in Italy”

