Analisi dai dati del 7° Censimento dell’Agricoltura – EcoWheataly 2025
L’Italia resta uno dei principali produttori di grano duro a livello mondiale, base della pasta e di numerose produzioni tradizionali.
Secondo le elaborazioni condotte da Dott.ssa Sara Quaresima (CNR) su dati del 7° Censimento Generale dell’Agricoltura (ISTAT, 2020), le aziende italiane che coltivano grano duro sono oltre 195.000. I dati sono stati analizzati per regione, provincia e fascia altimetrica, offrendo una fotografia dettagliata della cerealicoltura nazionale.
Puglia e Sicilia: i cuori della produzione
Come mostra la mappa della distribuzione per regione, la Puglia è la vera “capitale del grano duro” italiano, seguita dalla Sicilia.
Nel Centro-Sud si concentrano le maggiori superfici coltivate — tra 40.000 e 105.000 ettari per regione — mentre il Nord mantiene un ruolo più marginale, con produzioni limitate ma spesso più meccanizzate e intensive.

Collina e pianura: le altitudini del grano
Analizzando la distribuzione altimetrica, la coltivazione di grano duro predomina in collina, dove i terreni argillosi e il clima favorevole offrono buone rese con input contenuti.
Le aree di pianura, più estese nel Nord e nel Centro-Nord, ospitano coltivazioni ad alta produttività, spesso irrigue e orientate a filiere industriali.
Le zone montane, invece, hanno un peso trascurabile sul totale nazionale.

Le province leader: Foggia davanti a tutti
A livello provinciale, il primato assoluto spetta a Foggia, con oltre 183.000 ettari coltivati, più del triplo rispetto alla seconda provincia, Potenza.
Seguono le aree siciliane e lucane, ma emergono anche province marchigiane come Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino, segno di una diffusione più ampia rispetto al solo Sud Italia.

Chi coltiva il grano: età e genere
Infine c’è l’introduzione di un aspetto socioeconomico cruciale: la composizione dei conduttori agricoli.
Le donne rappresentano una minoranza, con quote che raramente superano il 25% nelle regioni leader. Tuttavia, la presenza femminile è in crescita in aree come Toscana, Piemonte e Marche, dove il grano si integra in aziende multifunzionali.
I giovani agricoltori (under 40) restano ancora pochi, ma più presenti nel Mezzogiorno e nelle aree di innovazione, dove incentivi PAC e politiche regionali favoriscono il ricambio generazionale.




Un ritratto aggiornato del grano duro italiano
I dati del Censimento offrono un quadro prezioso della struttura produttiva nazionale:
- 195.735 aziende agricole coltivano grano duro;
- prevale la fascia collinare, con suoli vocati e rese equilibrate;
- Foggia domina la scena produttiva, seguita da Sicilia e Basilicata;
- donne e giovani rappresentano una componente ancora minoritaria ma in espansione.
Questa analisi, presentata al 4° meeting EcoWheataly presso il CREA di Roma, contribuisce a delineare le sfide e le opportunità della filiera cerealicola italiana nel contesto della transizione ecologica e della nuova PAC 2023–2027.
Fonti:
- ISTAT, 7° Censimento Generale dell’Agricoltura (2020)
- Elaborazioni CREA, Sara Quaresima, EcoWheataly meeting Roma 2025
- MUR PRIN 2022 “Evaluation of Policies for Enhancing Sustainable Wheat Production in Italy”
- Immagini prodotte dalla Dott.ssa Sara Quaresima (CNR)
- I dati utilizzati nel presente lavoro sono di fonte Istat e relativi al 7° Censimento Generale dell’Agricoltura. Le elaborazioni sono state condotte presso il Laboratorio per l’Analisi dei Dati Elementari dell’Istat e nel rispetto della normativa in materia di tutela del segreto statistico e di protezione dei dati personali. I risultati e le opinioni espresse sono di esclusiva responsabilità dell’autore e non costituiscono statistica ufficiale. Si precisa che le analisi sono state condotte senza utilizzare i pesi di riporto all’universo.

