Ogni chicco di grano compie un viaggio complesso prima di diventare pane o pasta.
Dai campi ai silos, dai mulini ai porti, il trasporto incide in modo significativo sull’impronta di carbonio della filiera cerealicola.
In un mondo che si muove verso la neutralità climatica, la sfida è ridurre le emissioni non solo in campo, ma anche lungo tutta la catena logistica.
E tra le soluzioni più promettenti c’è l’idrogeno verde.
Trasporto e impronta di carbonio
Il settore dei trasporti rappresenta circa il 25% delle emissioni globali di CO₂, e la logistica agricola ne è parte integrante.
Nel caso del grano, le fasi più impattanti sono:
- il trasporto su gomma dalle aziende ai centri di stoccaggio;
- la movimentazione portuale e marittima verso i mercati internazionali;
- l’uso di gasolio agricolo nelle fasi di mietitura e movimentazione.
Secondo la FAO (2024), ogni tonnellata di grano trasportata per 1.000 km su strada genera in media 65–70 kg di CO₂, contro i 25 kg via ferrovia e i 10 via nave.
Decarbonizzare queste tratte significa intervenire su mezzi, carburanti e infrastrutture.
L’idrogeno verde: energia pulita per la mobilità pesante
L’idrogeno verde è ottenuto attraverso elettrolisi dell’acqua alimentata da energia rinnovabile.
Non emette CO₂ in fase d’uso e, se prodotto localmente, può alimentare camion, treni e navi senza dipendere da combustibili fossili.
In Europa, diversi progetti stanno sperimentando l’idrogeno nel trasporto agroalimentare:
- in Germania, il progetto H2Agrilog collega impianti eolici e stazioni di rifornimento dedicate al trasporto cerealicolo;
- in Italia, Hydrograin Puglia 2025 punta a creare un corridoio logistico a idrogeno tra Foggia, Bari e il porto di Taranto, con mezzi agricoli e camion fuel-cell;
- in Francia e Spagna, i treni merci ibridi a idrogeno collegano le aree cerealicole interne ai porti di esportazione.
Il Joint Research Centre (2025) stima che la sostituzione progressiva dei mezzi diesel con veicoli a idrogeno possa ridurre le emissioni della logistica cerealicola europea del 60% entro il 2040.
Infrastrutture e stoccaggio: il ruolo dei porti cerealicoli
I porti sono nodi strategici nella filiera del grano.
In Italia, scali come Ravenna, Bari e Civitavecchia gestiscono milioni di tonnellate all’anno e stanno avviando investimenti per la decarbonizzazione.
Il progetto “Hydrogen Port Network” prevede:
- impianti di elettrolisi per produrre idrogeno in loco;
- serbatoi criogenici per lo stoccaggio;
- reti di distribuzione dedicate al trasporto merci a corto raggio.
A livello europeo, il Regolamento TEN-T 2024 richiede che ogni grande porto disponga entro il 2030 di almeno una stazione di rifornimento a idrogeno.
Questo significa che la catena del grano potrà, nel prossimo decennio, contare su rotte marittime e terrestri completamente decarbonizzate.
Treni e mezzi agricoli del futuro
Oltre ai camion, anche il mondo agricolo si prepara alla transizione.
Case costruttrici come CNH Industrial e New Holland stanno testando trattori ibridi e fuel-cell alimentati a idrogeno, con riduzioni di emissioni del 90% rispetto ai modelli diesel.
Parallelamente, la rete ferroviaria italiana (RFI) ha avviato linee pilota per treni merci a idrogeno che collegano aree cerealicole interne ai porti, come il corridoio Bologna–Ravenna.
Una transizione sistemica
Decarbonizzare la logistica del grano non significa solo cambiare carburante.
Richiede sinergie territoriali tra produttori, trasportatori, centri di stoccaggio e istituzioni.
L’idrogeno, se integrato in una strategia di economia circolare (utilizzando energia solare o eolica agricola per la sua produzione), può rendere la filiera energeticamente autonoma e a impatto quasi zero.
È la visione di un’agricoltura che non solo coltiva il cibo, ma produce l’energia per trasportarlo, chiudendo il ciclo della sostenibilità.
Fonti scientifiche e istituzionali
- FAO (2024). Energy and Emissions in Agri-Food Logistics.
- JRC (2025). Hydrogen Corridors for Agricultural Supply Chains in Europe.
- European Commission (2024). ReFuelEU Maritime & TEN-T Regulations.
- ISPRA (2024). Emissioni e trasporti agricoli in Italia.
- CREA (2025). Decarbonizzazione della logistica cerealicola italiana.

