Green Deal europeo e cereali: cosa cambia per le aziende agricole

Il Green Deal europeo, approvato nel 2019 e divenuto la bussola politica dell’Unione, non è solo un programma ambientale: è un progetto economico e culturale che sta ridisegnando il modo in cui si coltiva, si consuma e si commercia il cibo in Europa.
Per il grano e i cereali, che occupano circa il 45% della superficie agricola dell’UE, il Green Deal rappresenta una trasformazione profonda: non più solo produttività, ma neutralità climatica, tutela del suolo e benessere ecosistemico.

Il cuore del cambiamento: Farm to Fork e Biodiversità 2030

Due strategie gemelle guidano la transizione agricola: Farm to Fork (Dal produttore al consumatore) e Biodiversità 2030.
Farm to Fork punta a rendere il sistema alimentare europeo più sano e sostenibile, con obiettivi precisi:

  • riduzione del 50% dell’uso e del rischio dei fitofarmaci entro il 2030;
  • riduzione del 20% dei fertilizzanti e aumento del 25% della SAU biologica;
  • miglioramento del benessere animale e tracciabilità alimentare.

La strategia Biodiversità 2030, invece, mira a proteggere almeno il 30% del territorio europeo e a ripristinare il 10% delle aree agricole con elementi naturali (siepi, fasce fiorite, terreni non coltivati).
Insieme, queste misure cambiano radicalmente il paradigma produttivo: i campi di grano non sono più solo superfici coltivabili, ma spazi ecologici multifunzionali.

Impatto diretto sulle aziende cerealicole

Per le aziende che coltivano grano duro e tenero, gli effetti del Green Deal si traducono in una duplice sfida: ambientale e gestionale.
Da un lato, servono nuove tecniche di coltivazione — agricoltura conservativa, precision farming, rotazioni più lunghe, varietà resistenti — per rispettare i target.
Dall’altro, è necessario dimostrare la sostenibilità, attraverso dati, tracciabilità e certificazioni.

Secondo il Joint Research Centre (2024), le aziende che adottano pratiche agroecologiche coerenti con la Farm to Fork possono ridurre fino al 28% le emissioni di gas serra senza perdite di resa significative.
Ma la transizione comporta costi: nuovi macchinari, formazione, gestione dei dati e maggiore burocrazia iniziale.

Una PAC più verde, ma anche più condizionata

Il Green Deal è stato tradotto nella PAC 2023–2027 attraverso i condizionalità rafforzate e gli ecoschemi.
Per ricevere i pagamenti diretti, gli agricoltori devono rispettare:

  • la rotazione obbligatoria delle colture (GAEC 7);
  • la protezione dei suoli nudi (GAEC 6);
  • la tutela di zone non produttive per la biodiversità (GAEC 8).

Chi sceglie di aderire agli ecoschemi può ottenere incentivi aggiuntivi (fino a 120 €/ha), ma deve fornire prove documentali della sostenibilità.
Questo segna un passaggio culturale importante: non basta dichiarare, bisogna misurare.

Grano e neutralità climatica

L’obiettivo finale del Green Deal è la neutralità climatica al 2050.
Per il comparto cerealicolo, ciò significa:

  • ridurre l’uso di combustibili fossili in campo e nei trasporti;
  • migliorare l’efficienza dell’azoto (meno N₂O);
  • aumentare il sequestro di carbonio nel suolo tramite pratiche rigenerative.

Progetti europei come LIFE AgriAdapt e Horizon Cereal4Climate stanno già testando modelli di produzione di grano a basse emissioni, basati su bilanci di carbonio verificati.

Vantaggi e rischi della transizione

Per le aziende che sapranno adattarsi, il Green Deal è un’occasione storica:

  • accesso a nuovi mercati premium (bio, tracciabile, low-carbon);
  • possibilità di monetizzare i servizi ecosistemici (crediti di carbonio, biodiversità, acqua);
  • rafforzamento della reputazione ambientale verso consumatori e istituzioni.

Tuttavia, resta aperto il problema della competitività.
Senza un sistema di Carbon Border Adjustment efficace, i cereali europei sostenibili rischiano di essere penalizzati rispetto a quelli extra-UE con costi produttivi inferiori.

Il futuro: grano europeo come modello globale

Il Green Deal non è solo un regolamento, ma una visione: fare dell’Europa il primo continente climaticamente neutro e leader dell’agricoltura sostenibile.
Il grano, coltura simbolo dell’identità alimentare europea, può diventare il laboratorio di questa trasformazione.
Un’agricoltura più digitale, più circolare e più trasparente non sarà solo più verde, ma anche più sovrana e competitiva.

Fonti:

  • European Commission (2019–2024). European Green Deal and Farm to Fork Strategy.
  • Joint Research Centre (2024). Climate Neutral Agriculture and Cereal Systems in the EU.
  • FAO (2024). Agroecological Transition and Cereal Resilience.
  • CREA (2025). Impatto del Green Deal europeo sull’agricoltura cerealicola italiana.
  • European Environment Agency (2024). Biodiversity 2030 Implementation Report.