L’acqua è la risorsa invisibile che regge la produttività cerealicola mondiale. Senza acqua, il grano non germina, non accresce la spiga e non forma la granella. Ma nel Mediterraneo — dove si concentra quasi un quarto della produzione europea di frumento duro — l’acqua è diventata il vero limite fisico dell’agricoltura.
La nuova Direttiva Europea per l’uso sostenibile dell’acqua (2024) e la revisione della Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE) hanno introdotto regole più stringenti per gestire questa risorsa in modo coordinato, imponendo agli Stati membri obiettivi vincolanti di efficienza e tutela.
Un contesto critico per i cereali mediterranei
I sistemi cerealicoli di Italia, Spagna e Grecia dipendono fortemente dalle precipitazioni invernali e dalla disponibilità di acqua irrigua primaverile.
Negli ultimi vent’anni, la frequenza delle stagioni secche consecutive è aumentata del 30% (EEA, 2024), mentre le riserve idriche superficiali sono diminuite fino al 20% in alcune aree della Pianura Padana e dell’Andalusia.
Ciò significa che anche i grani tradizionalmente “di secco” devono adattarsi a condizioni di aridità crescente.
La nuova Direttiva europea sull’acqua
Approvata in via definitiva nel 2024, la nuova Direttiva:
- stabilisce obiettivi di riduzione del consumo idrico agricolo del 10% entro il 2030,
- introduce il principio di “prezzo equo dell’acqua” (water pricing),
- richiede la misurazione digitale dei prelievi tramite sensori e contatori intelligenti,
- promuove piani di riuso delle acque reflue trattate per scopi irrigui.
Per il settore cerealicolo, ciò implica la necessità di rivedere i calendari irrigui, introdurre sistemi a goccia o subirrigazione e, soprattutto, ottimizzare le rese idriche per unità di acqua consumata (Water Productivity Index).
Italia e governance idrica: cosa cambia
In Italia, l’attuazione della Direttiva è coordinata dal Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica insieme alle Autorità di Bacino Distrettuale.
Le regioni dovranno aggiornare i Piani di Gestione delle Acque (PGA) includendo:
- mappe di vulnerabilità idrica per le colture cerealicole;
- limiti ai prelievi nei distretti più stressati (Po, Appennino Centrale, Sud);
- incentivi alla tecnologia irrigua di precisione.
Secondo un’analisi CREA (2025), l’adozione diffusa di tecniche di precision irrigation nei campi di grano potrebbe ridurre del 25–30% i consumi idrici senza perdita di resa, ma solo se accompagnata da formazione e accesso ai fondi del PSN.
La dimensione economica: il costo reale dell’acqua
La Direttiva introduce un principio rivoluzionario: chi consuma acqua deve pagarne il costo ambientale.
Questo significa che gli agricoltori riceveranno incentivi solo se dimostreranno un uso efficiente.
È previsto un sistema di “water credit” simile ai crediti di carbonio: chi risparmia o riutilizza acqua potrà accumulare crediti idrici trasferibili tra aziende o consorzi irrigui.
È una logica di governance nuova, fondata su trasparenza, responsabilità e misurazione.
Sfide per il futuro mediterraneo
Nel Mediterraneo, il grano si trova in una zona di tensione crescente tra clima e economia.
Se non si riduce la dipendenza da acqua dolce superficiale, la competizione con altri usi (civili, energetici, industriali) diventerà insostenibile.
Progetti come Water4AgriMed e LIFE MedCereal dimostrano che, con la digitalizzazione delle reti irrigue e la gestione integrata delle acque reflue, è possibile mantenere produttività e biodiversità anche in contesti aridi.
La sfida ora è culturale: passare da un’agricoltura che “usa” l’acqua a una che dialoga con il ciclo idrico naturale.
Fonti:
- European Commission (2024). Proposal for a New Water Framework Directive and Sustainable Water Use Regulation.
- European Environment Agency (2024). Water Scarcity and Droughts in Europe – Mediterranean Focus.
- CREA (2025). Gestione sostenibile delle acque irrigue nei sistemi cerealicoli italiani.
- LIFE MedCereal Project (2024). Water Efficiency in Mediterranean Cereal Crops.
- FAO (2024). Water Governance for Sustainable Agriculture.

