Dietro ogni ettaro di grano sostenibile, c’è una rete di politiche, strategie e finanziamenti che ne rendono possibile la trasformazione.
Nella nuova Politica Agricola Comune (PAC) 2023–2027, due sigle giocano un ruolo cruciale per la modernizzazione e la sostenibilità del settore cerealicolo italiano: PSN e PSRN.
Sono due strumenti diversi ma complementari: il primo pianifica, il secondo finanzia.
Insieme, definiscono il futuro del grano italiano tra innovazione, tutela ambientale e competitività.
PSN: la bussola strategica dell’agricoltura italiana
Il Piano Strategico Nazionale (PSN) è il documento con cui ogni Stato membro dell’Unione Europea traduce gli obiettivi della PAC in azioni concrete.
In Italia, il PSN — approvato nel dicembre 2022 — coordina tutte le politiche agricole fino al 2027, con una dotazione complessiva di circa 37 miliardi di euro, di cui oltre 20 miliardi destinati ai pagamenti diretti e 10 miliardi allo sviluppo rurale.
Per il comparto cerealicolo, il PSN individua tre linee prioritarie:
- Transizione ecologica e adattamento climatico – promozione di rotazioni, agricoltura conservativa, pratiche di carbon farming e gestione efficiente delle risorse idriche.
- Innovazione e digitalizzazione – diffusione di sensori, droni, software gestionali e macchine “smart” per ridurre input e costi.
- Competitività e filiere locali – valorizzazione dei grani italiani attraverso accordi di filiera, marchi di origine e contratti di produzione sostenibile.
Il PSN è quindi la mappa strategica: stabilisce dove deve andare l’agricoltura italiana e come i fondi europei devono essere orientati per rendere i sistemi cerealicoli più resilienti e “verdi”.
PSRN: la cassetta degli attrezzi dei territori
Accanto al PSN opera il Programma di Sviluppo Rurale Nazionale (PSRN), lo strumento operativo che finanzia i progetti agricoli più complessi, spesso in sinergia con i Programmi di Sviluppo Rurale regionali (PSR).
Il PSRN, con una dotazione di circa 2 miliardi di euro, interviene su tre fronti principali:
- Innovazione e ricerca applicata
– sostegno ai progetti sperimentali, reti di innovazione (Operational Groups EIP-AGRI) e trasferimento tecnologico nelle aziende agricole. - Ambiente e clima
– finanziamento di pratiche a basso impatto, tutela del suolo e riduzione dei fertilizzanti di sintesi. - Gestione del rischio e assicurazioni agricole
– strumenti di garanzia e copertura per eventi climatici estremi, sempre più frequenti nei sistemi cerealicoli mediterranei.
Per il grano, il PSRN rappresenta il motore economico della transizione, perché finanzia direttamente l’adozione di tecniche sostenibili che il PSN definisce come prioritarie.
Dove vanno i fondi per il grano
Secondo i dati MASAF (2024), le aziende cerealicole hanno già intercettato oltre 450 milioni di euro in misure collegate a innovazione, ambiente e gestione del rischio.
Tra i progetti più rilevanti:
- CREA – Progetto AGROSAT: monitoraggio satellitare per ottimizzare semine e fertilizzazione del grano duro in Puglia e Basilicata;
- Rete INNOGRANO: gruppo operativo nazionale per il miglioramento genetico e la selezione di varietà resilienti al caldo;
- Progetto AGRITECH (PNRR): sviluppo di robotica e sensori per agricoltura di precisione nel Centro Italia.
Le Regioni più attive: Emilia-Romagna, Marche, Puglia e Sicilia, dove le filiere del grano duro e tenero sono sostenute da piani integrati tra PSN, PSR e investimenti privati.
Fondi europei e agricoltura rigenerativa
Uno degli aspetti più innovativi del PSN–PSRN 2023–2027 è l’integrazione tra politiche agricole e ambientali.
Per la prima volta, gli incentivi non si basano solo sulla superficie coltivata, ma anche sulla qualità ecologica delle pratiche adottate.
Ad esempio:
- la rotazione triennale con leguminose dà accesso ai premi dell’Ecoschema 4;
- l’adozione di coperture vegetali e semina su sodo può essere cofinanziata dai PSR regionali;
- i piani di fertilizzazione organica o a basso impatto sono premiati sia dai fondi PAC sia da bandi specifici del PSRN.
In questo modo, i fondi pubblici non solo sostengono il reddito agricolo, ma diventano un investimento in rigenerazione ambientale.
Criticità e prospettive
Il principale limite del sistema resta la complessità amministrativa.
Molti agricoltori lamentano tempi lunghi, documentazione eccessiva e scarsa chiarezza nei criteri di selezione.
Inoltre, la capacità di spesa non è omogenea tra regioni: al 2024, il tasso di utilizzo dei fondi PAC varia dal 60% al Nord al 35% in alcune aree del Sud.
Tuttavia, le prospettive restano positive: secondo la Commissione Europea (2024), il nuovo ciclo PAC ha già portato a un aumento del 20% delle superfici gestite con pratiche sostenibili rispetto al 2020.
La sfida ora è trasformare i finanziamenti in risultati misurabili: meno emissioni, suoli più vivi, produzioni più resilienti.
Verso un nuovo modello agricolo
PSN e PSRN non sono solo strumenti burocratici: rappresentano il ponte tra politica e agricoltura reale.
Attraverso questi fondi, il grano italiano può diventare un laboratorio di sostenibilità, dove innovazione tecnologica e rigenerazione ecologica camminano insieme.
L’obiettivo non è solo coltivare meglio, ma costruire valore pubblico: un’agricoltura che produce reddito, cibo e servizi ecosistemici per la collettività.
In questa visione, il grano — simbolo dell’Italia agricola — torna ad essere anche simbolo di equilibrio tra economia e natura.
Fonti:
- MASAF – Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste (2024). Relazione PSN e PSRN 2023–2027.
- CREA – Politiche e Bioeconomia (2024). PSN e PSR: strumenti per la transizione verde dell’agricoltura italiana.
- European Commission (2024). CAP Implementation and Performance Report.
- Rete Rurale Nazionale (2024). Analisi sull’utilizzo dei fondi PAC e innovazione agricola.
- JRC – Joint Research Centre (2024). Sustainability Monitoring in EU Agricultural Policies.

